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Uno straordinario Jeoffrey Rush è il coprotagonista di questa delicata storia che si incentra su un amore per i libri da parte di una piccola bambina trovata per caso dalla famiglia Hubermann, formata da Rosa, interpretata da Emily Watson, e Hans da Jeoffrey Rush. Nei panni della piccola Liesel, che ha perduto la madre ed il fratellino da poco, la vera atleta Sophie Nélissem, splendidamente armonica nella parte, conduce con disinvoltura dentro la storia diretta da Brian Perceval, e tratta dall’omonimo bestseller (in inglese: The Book Thief) dello scrittore australiano Markus Zusak (edito da Frassinelli in Italia e pubblicato per la prima volta nel 2005.

Siamo intorno al 1933, il periodo di ascesa nazista e ci troviamo in una piccola  cittadina che si può agevolmente scambiare per la medievale Norimberga della Baviera, con le sue stradine e viottoli stretti, i tetti a punta e tutta costruita in salita, la piccola Liesel (Sohie  Nélissem) va a scuola col suo amico Rudy (Nico Liersch), il vicino di casa che la va a prendere. A scuola si scoprirà che non sa leggere ed il suo praticantato nella lettura comincerà da uno strano libro rubato al funerale del fratellino Werner, il Manuale del Becchino, ben poco adatto ad una bambina ma che le servirà ad imparare. Questo, naturalmente, con buona pace del narratore onnisciente, che è nostra signora Morte, che vede tutto e commenterà per tutto il film la storia di Liesel, e che forse, immaginiamo, ha scelto lei stesso il manuale di iniziazione alla lettura di Liesel, come per autoincensarsi. 

Nel paesello c'è il solito gruppetto di ragazzini sciocchi che la prende in giro, ma è Liesel è tosta e non si farà mettere paura da loro, e neppure quando si tratterà di prendere in prestito i libri che ama tanto leggere a casa del Borgomastro. Dopo il primo rogo di libri del 1933 in tedesco Bücherverbrennungen; il più sciaguratamente famoso fu quello di Babelplatz a Berlino), cui ne sottrarrà uno Liesel (ma forse immaginiamo non sia stata l'unica), Liesel farà amicizia con la moglie del Borgomastro, che ha un enorme biblioteca, sarà cosi che inizierà la sua lunga lettura.

In seguito alla Notte dei Cristalli, il primo progrom antisemita avvenuto tra il 7 ed il 9 novembre 1938, in cui vennero distrutti 7500 negozi ebraici, centinaia di massacri e 191 sinagoghe incendiate tra Germania, Austria e Cecoslovacchia, i genitori di Liesel accolgono un giovane amico ebreo di Hans nello scantinato, Max (Ben Schnetzer), e Liesel riuscirà attraverso i libri a fargli un dono che si rivelerà taumaturgico. E così avrà trovato il suo secondo amico dopo il biondo ragazzino vicino di casa, Rudy, che dall'inizio della storia cercherà di starle sempre accanto.

Il film ritrae un epoca triste per la storia dal punto di vista di una ragazzina, e ben rappresenta un centro piccolo dove si svolge la vita comune, quotidiana: suggestive le crepuscolari e romantiche scenografie di Simon Elliott e la fotografia di Florian Ballhaus, specialmente con le scene sulla neve e le serate di Hans che suona la fisarmonica davanti casa. Ritmata e ben cadenzata anche nelle pause, la regia di Brian Percival; autorevoli le musiche di un veterano come John Williams.

Una piccola riflessione sul nome di Hans: in tedesco sarebbe Ũbermann, e non Hubermann come viene tradotto in inglese, che rimanda allo Ũbermensch nietzschiano, che i nazisti hanno sempre travisato (vorrei ricordare inoltre che Nietzsche è morto nel '900, quando nessuno pensava alla fondazione del partito nazional socialista); quell'oltreuomo che solo una lettura fragile e di superficie potrebbe connettere al nazismo, e che invece aspira a superare sé stesso e le proprie debolezze, con un senso altissimo e votato al trascendente, della volontà.