Torino MITO 2011. L'impeccabile colore russo

Articolo di: 
Gianni Maria Saracco
Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo

Il festival MITO Settembre Musica è aperto da Noseda che dirige la sinfonia Dei Mille di Mahler mentre il 7 e l'8 settembre 2011 al Conservatorio Verdi si esibiscono il Complesso Barocco diretto da Alan Curtis con l'Ariodante HVW33 mentre all'Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto l'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temrirkanov offre un programma tutto russo ed intitolato Dalla Russia con amore: dalla Suite da "L’amore delle tre melarance" op. 33 bis alla Pulcinella di Igor Stravinsky per finire con Petruška.

E' cominciata la prima settimana di MITO Settembre Musica a Torino, il festival che una volta era semplicemente, per l'appunto “Settembre Musica”, e che da qualche anno, in ossequio anche all'asse del nord ovest Torino Milano (o forse Milano Torino...) e' diventato “MITO Milano Torino Settembre Musica”. Una rassegna che per i torinesi, tanto per quelli autenticamente “doc” anche dal punto di vista della frequentazione e della passione musciale, quanto per le new entry, e' rimasto comunque, quantomeno a tuttoggi, semplicemente “Settembre Musica”.

Come sempre; come da sempre. Ed allora Settembre Musica, nella sua prima settimana torinese, ha proposto parecchio Mahler - la sinfonia “Dei Mille" diretta da Noseda in apertura ed immediatamente a seguire la Sesta diretta dal sempre vitale Maazel alla guida della Philarmonia Orchestra -, i primi importanti passaggi della significativa retrospettiva tematicamente dedicata a Liszt, che accompagna quasi quotidianamente il tardo pomeriggio dei musicomani, e soprattutto il grande, ennesimo ritorno dell'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, la piu' antica e prestigiosa orchestra russa (nacque dal Coro Musicale Imperiale nel 1882), e lo sbarco torinese di Alan Curtis e del suo Complesso Barocco..

Ovviamente alla guida dell'orchestra ex-sovietica è salito sul podio Yuri Termirkanov, che della medesima e' direttore artistico e principale sin dal (oramai) lontano 1988. Ensemble sinfonico e direttore sono quasi di casa, a Torino: li ricordo, tra i tanti, e sempre nella rassegna settembrina, nella prima meta' degli anni novanta (un'altro secolo, oramai, in tutti i sensi) proporre un programma memorabile composto dal Manfred di Schumann e dai Quadri di un esposizione di Mussorgsky conclusosi con una interminabile standing ovation del pubblico torinese, di solito inappuntabilmente compassato nel suo purissimo ed immarcescibile stile sabaudo (il concerto si svolse al Teatro Regio, allora la meno peggiore delle acustiche sinfoniche cittadine, ma per fortuna da quei tempi la situazione e' ben cambiata, e in meglio).

Sono poi torniati, tra l'altro a proporre (soprattutto) tanto Stravinsky (tra cui una Sagra della primavera, di cui tanti portano ancora addosso i brividi), e di sapore russo sono pure state le due serate di quest'anno.

Serate entrambe interamente dedicate al colore, al sapore, all'atmosfera della musica russa: Rachmaninov (le Variazioni su di un tema di Pagani op. 43 per pianoforte e orchestra con Anatoli Lugansky al pianoforte) e Čajkovskij (l''Ouverture Fantasia Giulietta e Romeo e soprattutto la sinfonia n. 6 “Patetica”) sono stati proposti nel corso del primo appuntamento, mentre il secondo (l'unico dei due cui abbia personalmente assistito) e' stato per dedicato intieramente alla musica del '900 : sono infatti stati eseguiti quattro brani estratti dalla suite “L'amore delle tre melarance” op. 33 bis di Prokofiev, la Suite da Pulcinella e (soprattutto) la Petruška di Stravinsky. Che scrivere ancora sull'orchestra ed suo il direttore che, nella sua guida e' succeduto all'immenso Evgenij Aleksandrovič Mravinskij? Che gli attacchi sono tutti impeccabili, l'intonazione inappuntabile, l'insieme immancabilmente perfetto?

Debbo scrivere (ancora) della imprescindibile dolcezza degli archi, della rara purezza dei fiati tutti o di una delle piu' incredibili e affascinanti sezioni ritmiche sia dato d'ascoltare, anche gironzolando per il mondo della musica? O preferite racconti ancora una volta del gesto direttoriale di Temirkanov, che guida gli orchestrali con le sole mani nude, preferendo alla bacchetta che sia la vera e autentica propagine del suo corpo a dettare ritmi attacchi e inflessini espressive? Meglio passare ad un'altra cronaca, perchè le parole diverrebbero (eccessivamente) stucchevoli.

E la cronaca è quella della serata precedente a quella di cui vi ho appena scritto, tenutasi  nella sala del Conservatorio, e dedicata all'Ariodante di Georg Friedrich Händel  proposto (in forma di concerto e con minime epurazioni nei recitativi, o almeno così mi è parso) dal Complesso Barocco diretto (bene come sempre) da Alan Curtis. Anche in questo caso, rischio di ripetermi nella eccessiva aggettivazione, e quindi mi pare piu' elegante omettere eccessive (quanto assai meritate) lodi.

Tranne due considerazioni. La pura bellezza dell'opera di Händel, come gran parte della lirica baroca nulla perde nella proposizione non scenica e nella “somministrazione “in forma di concerto. Si perdoni lo snobismo da melomane verdiano: con l'opera barocca la scena (quasi sempre) poco conta, e spesso (eufemismo) anche la trama in quanto tale e l'azione scenica in quanto dalla medesima derivata poco o nulla aggiungono alla (spesso stupefacente) bellezza della musica. Meglio, allora, proporre la musica “pura”, tagliando i costi (una sorta di parola d'ordine, di questi tempi) della rappresentazione scenica pur di proporre musiche spesso unicamente ascoltabili facendo ricorso alle registrazioni (per inciso: proprio di Ariodante non posso non ricordare la spettacolare registrazione di Marc Minkovski con la Otter).

Gli interpreti, da ultimo. Corretti gli uomini, brave le parti femminili con punte di assoluta eccellenza per Dalinda e Ginevra. Una volta ancora il pubblico torinese ha smentito la leggenda sabauda, lasciandosi andare alla frenesia del ringraziamento, e meritandosi cosi' anche lui e una volta ancora, un piccolo “fuori programma”.

Pubblicato in: 
GN67 Anno III 19 settembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

MITO Settembre Musica - Torino

Concerto del 7 settembre 2011

Georg Friedrich Händel
Ariodante HWV 33
Il complesso barocco
Alan Curtis, direttore
Ann Hallenberg (Ariodante), mezzosoprano
Roberta Mameli (Ginevre), soprano
Varduhi Abrahamyan (Polinesso), contralto
Ana Quintans (Dalinda), soprano
Nicholas Phan (Lurcanio), tenore
Gianluca Buratto (Re di Scozia), basso

Concerto dell'8 settembre 2011

Dalla Russia con amore
Sergej Prokof'ev
Suite da "L’amore delle tre melarance" op. 33 bis
Igor Stravinsky
Pulcinella, suite per orchestra
Petruška, burlesque in quattro scene
Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo
Yuri Temirkanov, direttore

Conservatorio Giuseppe Verdi