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La Traviata di Brockhaus. La mercificazione di Violetta
A Jesi, al Teatro Pergolesi, il 23 ottobre (repliche il 24 e 25) è andata in scena la prima de La Traviata di Giuseppe Verdi. Il Maestro Gianpaolo Maria Bisanti ha ben diretto l'Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro Bellini e una compagnia di giovani cantanti.
La storica regia de La Traviata “degli specchi“ di Henning Brockhaus con le scene di Josef Svoboda dello Sfetristerio di Macerata, premio Abbiati 1992, è stata ridotta e ricostruita nei laboratori di Jesi sotto la direzione di Benito Leonori, i costumi sono di Giancarlo Colis e le luci sono firmate dal regista e da Fabrizio Gobbi.
La regia di Brockhaus è ancora attualissima nella sua geniale efficacia in quanto scardina la consueta visione, de La Traviata edulcorata e rassicurante, per restituirla alle autentiche intenzioni di Verdi. Non viene mai ricordato, infatti, l'interesse del musicista per la la produzione teatrale a lui contemporanea e che buona parte dei testi utilizzati nei libretti messi in musica dal compositore sono di autori o a lui coevi come Victor Hugo (Ernani, Rigoletto) o di poco anteriori come Friederich Schiller (Masnadieri, Luisa Miller, Don Carlo). A questo si aggiunge che già precedentemente con Stiffelio (1850) aveva tentato di introdurre la contemporaneità nel melodramma, ma ebbe problemi con la censura e non incontrò il favore del pubblico.
Questo non lo fece desistere dal suo proposito e a sigillo della cosiddetta “Trilogia popolare” (Rigoletto,Trovatore e Traviata) chiese a Francesco Maria Piave di creare il libretto di Traviata dal testo di Alexandre Dumas figlio La Signora delle camelie (La Dame aux camélias), di ambientazione contemporanea e che aveva come protagonista Marguérite Gautier, che adombrava Marie Duplessis, celebre prostituta e amante anche dello scrittore.
Il Demi- monde, celebrato sempre da Alexandre Dumas figlio, per definire l'ambiente in cui uomini, appartenenti al Gran mondo (aristocrazia e alta borghesia), frequentavano prostitute e avventurieri, come evasione gaudente dalla loro realtà sociale, è l'ambiente in cui svolge il dramma. Naturalmente la censura intervenne e Verdi fu costretto ad accettare la retrodatazione nella rappresentazione di Traviata all'inizio del XVIII secolo, ma la volontà di cancellare la denuncia sociale della soggezione della donna e la sua riduzione a merce, presenti nel libretto, sono ancora evidenti negli odierni allestimenti, che puntano esclusivamente sull'aspetto sentimentale e decorativo della vicenda.
L'occultamento delle intenzioni di Verdi è ancora più inspiegabile, se consideriamo che questa denuncia è ancora attuale: non si chiamano più demi-mondaine bensì escort, ma i motivi che spingono a prostituirsi e la riduzione della donna a merce, conseguente alla sostanziale inuguaglianza tra uomo e donna, è ancora il problema fondamentale della società. La frase di Violetta, la protagonista: "L'uomo implacabile per lei sarà..." esplicita chiaramente la sua condizione di solitudine e subalternità.
La regia di Brockhaus sposta l'azione ai primi del '900, in quanto gli abiti di quell'epoca sottolineano meglio la sensualità femminile. Il regista evidenzia, senza possibili equivoci, la prostituzione e l'ambiente volgare e disumano, cui Violetta tenta di sfuggire grazie all'amore di Alfredo, venendo sconfitta e rimessa al suo posto e conseguentemente uccisa dall'ipocrisia borghese, rappresentata da Germont padre, anch'essa sempre trionfante nella nostra società attuale.
Le scene dipinte sono poste sul palcoscenico e si riflettono su una superficie di specchi, che delimita la scena, amplificando lo spazio e moltiplicando i diversi punti di vista. Alcune delle scene dipinte sono un collage di immagini di bordello e di prostitute, allo scopo di ricordare chiaramente al pubblico in quale ambiente si svolge il dramma.
Nell'ultima scena lo specchio non proietta nulla se non lo sfondo nero del palcoscenico, in quanto, come sottolinea il regista, ogni illusione è scomparsa, poi, lentamente, quando Violetta è morente, cambia l'angolo di riflessione arrivando a 90° e il pubblico si specchia venendo così coinvolto nell'azione teatrale.
Brockhaus ha impostato la recitazione utilizzando il metodo del teatro epico brechtiano, costruendo in tempo reale la storia, in modo da evidenziare e far ben comprendere agli spettatori gli stati d'animo dei personaggi e la loro evoluzione. La realizzazione di scene e costumi è stata molto accurata ed è evidente l'ottimo risultato raggiunto, grazie al grande lavoro svolto dal direttore per la parte musicale e dal regista per quella interpretativa con la giovane e sostanzialmente omogenea e valida compagnia di cantanti.