Sant'Arcangelo di Romagna 2014. Divenire tigre, divenire nuvola

Un festival è o forse può essere un invito a uscire da sé, non per diventare altro ma per farsi puro divenire: movimento incessante di abbandono di quel che si è o si sa, e di apertura a un possibile. Santarcangelo •14 è un invito a divenire tigre innanzitutto, animale non addomesticabile che con la sua sola presenza trasforma in foresta ogni paesaggio, e sguardo intenso a cui è impossibile sottrarsi. Come tigre, il festival si fa mondo, discorso complesso che sostiene il confronto con la scena e quello, ben più impegnativo, con il reale, creatura selvaggia che tiene alto lo sguardo, non rinuncia e non indietreggia. Santarcangelo, festival internazionale di teatro in piazza, è giunto alla sua 44° edizione,si tiene dall'11 fino al 20 luglio 2014.

Molti artisti si misurano frontalmente con la storia e la dimensione politica: affermano la centralità del teatro come luogo di interrogazione radicale, infantile e rivoluzionaria di quel che è stato e che sarebbe forse potuto essere altrimenti (La Re-sentida); cortocircuitano la celebrazione del passato e la geografia europea attraverso lo sguardo spalancato sull’oggi (Valters Sīlis e Teatro Sotterraneo); portano la scena nello spazio pubblico e ne fanno spazio sospeso e fragile in cui, slittando tra realtà politica e finzione letteraria, elaborare sentieri possibili per percorrere il futuro (Motus).

Altri mettono al centro la comunità, in diverse accezioni, e la scena come luogo della presa di parola: orchestrano una coralità di voci del nostro incessante parlarci (L’Encyclopédie de la parole); si presentano, ospiti inattesi, in contesti non teatrali per rivolgere a ciascuno, e quindi a tutti, una conferenza che invita a pensare una nuova politica, una nuova cura dei legami (Sarah Vanhee). Altri ancora, in un disegno di programma che è forte di certe radicalità teatrali e attoriali, lasciano invece la scena e la rappresentazione dietro di sé per avventurarsi in una esplorazione di spazi e di pratiche che riguardano piuttosto l’abitare, l’articolazione di un insediamento e di un’intenzione rispetto a un luogo. Configurano la piazza, centro di Santarcangelo e del festival, come luogo di incroci e di costante riformulazione dello spazio (Maël Veisse); coinvolgono architetti e paesaggisti invitando i cittadini a pensare alcuni luoghi come possibili “giardini in movimento” (Leonardo Delogu / Dom-, con Gilles Clément e CoLoCo); trasformano la scuola elementare in una grande installazione che dà voce alle memorie individuali e collettive e traccia una mappa di esistenze (Art you lost?).
Santarcangelo •14 è anche un invito a divenire nuvola, dimensione atmosferica, variazione climatica, creazione esile e però potente, momento di puro potenziale. Come nuvola, il festival opera un subitaneo cambio di temperatura, innesca una posizione di squilibrio da cui sporgersi verso quel che non si conosce. È qualcosa che può accadere solo in uno stato di rischio e di perdita di controllo, come suggerisce la Piattaforma della Danza Balinese, spazio immaginario posato su immaginarie risorse e condiviso da artisti e curatori, che opera innanzitutto come organismo di cattura, trascinando tutto quel che incontra in un generico, aperto esotismo, articolando al contempo un discorso rigorosissimo, e fermamente politico, sulla danza. Si comporta come una perturbazione climatica anche la Nomadic School, una scuola effimera che si posa dentro al festival dandosi un nome preso a prestito dall’artista francese Pierre Huyghe, The Host and The Cloud (L’ospite e la nuvola). E sono sospesi verso un possibile i tanti lavori che hanno scelto il festival come luogo del proprio venire al mondo, che mentre scriviamo sono nell’opacità e nella turbolenza del “prima” e che faranno di Santarcangelo, per dieci giorni, una città in stato di creazione, una collettività temporanea che si fonda non su di un’identità riconosciuta e comune ma precisamente sul gesto dell’uscire, dell’avventurarsi.
Un festival può o forse deve, negli spazi costretti di un reale da cui non c’è via di fuga e nel tempo predeterminato del proprio compiersi, creare le condizioni di coraggio e di incertezza necessarie per un atto di immaginazione del possibile, di resa all’imprevedibile.
Adesso sta a ciascuno di noi, e a tutti noi insieme, rispondere a questo invito e divenire tigre, divenire nuvola.

Silvia Bottiroli

direttrice artistica
Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza

La biglietteria è aperta in Piazza Ganganelli dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.30 Biglietti da € 0.50 a 12.00
Biglietteria
Piazza Ganganelli, Santarcangelo di Romagna (Rn)
Tel + 390541 623149 fax + 390541 623440
Da venerdì 11 a domenica 20 luglio dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 23.30

www.santarcangelofestival.com