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Domus Aurea. La Città della luce costruita da Nerone
La Fondazione “Giorgio Castelli Onlus” ha donato alla Domus Aurea 2 defibrillatori semiautomatici (BLS-D) che saranno destinati alla protezione del personale del PArCo assegnato al monumento, al pubblico in visita e ai lavoratori dei numerosi cantieri che ogni giorno sono presenti all’interno per la cura e manutenzione del sito. Insieme alla presentazione dell'iniziativa, che fa parte del progetto “Parco Green. Dalla biodiversità ai restauri sostenibili” con la partecipazione dei funzionari archeologi Francesca Boldrighini e Andrea Schiappelli e del restauratore Alessandro Lugari, si è svolta una visita guidata ed immersiva nella città Aurea costruita da Nerone a cominciare dal 64 d.C.
L'immersione in questa villa sotterranea ricoperta di affreschi che erano di una bellezza conturbante e che ancora oggi, sebbene al buio ed all'umidità controllata per preservarli (nonchè al freddo, c'è una temperatura fissa di circa 8° nei sotterranei) si sono in minima parte conservati insieme ad una spettacolare Tersicore, dea della danza, ed un'altra serie di busti e ritrovamenti archeologici anche dovuti agli scavi medievali e rinascimentali che, calandosi dal Parco del Colle Oppio attraverso dei buchi sul terreno, con delle torce, facevano le prime scoperte della villa.
La visita virtuale nella Domus Aurea prima della distruzione ad opera di Traiano poichè era stata costruita da Nerone, con la scusa della damnatio memoriae, è straordinaria: mostra come questa città nella città fosse un'opera di assoluta perfezione e fascino, con giardini lussureggianti quanto gli affreschi trompe l'oeil che la ricoprivano dentro e fuori nei pergolati.
L'architetto Gabriella Strano ci ha guidato in tutti questi meandri facendoci ammirare in chiosa "aurea" tutti i particolari fino allo straordinario spazio della Sala Ottagona ed alla sala attigua dedicata all'affresco di Ettore e Andromaca, ovvero la riscoperta di una mostra antecedente, Raffaello o la riscoperta delle grottesche (affreschi in voga alla fine del sec. XV e nel sec. XVI, su imitazione di motivi decorativi liberamente ripresi dall'antichità classica) e che nondimeno rimanda alla scultura omonima di De Chirico che staziona fuori del Museo Bilotti a Villa Borghese.