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Alla Fondazione Scelsi una serata dedicata al “sogno”: lo scorso 19 novembre Chemin du rêve è stato il titolo della serata con il pianista Alessandro Stella ed il flautista Gianni Trovalusci per un sentiero di “riflessi e risonanze”, tra Scelsi, Debussy, Evangelisti, Cage ed il primo dodecafonico, Schönberg.

Nel magico salottino della Fondazione di Via San Teodoro, sopra ai Fori Imperiali e in un quartierino che non sembra Roma, ma invero si trova a due passi da Piazza Venezia, c'è un ritrovo di amanti di una musica peculiare da tempo. Qui una volta al mese si attua una magia che coinvolge artisti assoluti del “contemporaneo”, da Alvin Curran – che abbiamo intervistato proprio in questa cornice – fino ad una nutrita babele di compositori quasi tutti passati per il tempio di Parigi nel Beaubourg, l'IRCAM fondata da Pierre Boulez per la ricerca nel campo della classica contemporeanea e della sperimentazione viva.

La sera tra l'altro ci ha proposto l'introduzione a cura della consorte di Evangelisti, la Prof.ssa Irmela Heimbacher, docente di Letteratura Tedesca all'Università della Tuscia, ed un piacevole ascolto che ha previsto un inedito di Scelsi; quel secondo Chemin du rêve del 1934, scovato nell'Archivio della Fondazione dallo stesso Alessandro Stella durante i suoi studi. Al contrario del primo Chemin du rêve, che abbiamo ascoltato per primo e inserito nei Four Poems per piano, questo secondo “sentiero del sogno” riguarda entrambi gli strumenti scelti per la serata, flauto e pianoforte.

Il viaggio musicale copre gli ottant'anni del Novecento e parte con un brano che ci riconduce al successo di Debussy per il balletto: lo Syrinx (1913) del titolo del brano per flauto è infatti lo strumento del fauno, lo stesso ispirato dalla poesia omonima di Mallarmé e che Debussy ha messo in musica con il titolo di L'après-midi d'un faune. Troviamoci quindi in questa selva fatata tra le ninfe che seducono anche involontariamente il fauno, e lui che suona lo syrinx per chiamarle presso di sé, per conquistarle. Saranno poi avvolte dai primi tocchi atonali dei sei brani per pianoforte (Sechs Kleine Klavierstücke, 1911) di Schönberg, che sicuramente un pochino le frastornano, essendo il principio della dodecafonia. Le fanciulle si rifugeranno tra le braccia accoglienti di Scelsi ed il suo cammino onirico, che le accarezza con i suoi toni dubitativi e meditabondi tra il medianico del primo Chemin (1934-37) ed il numinoso del secondo (1934). Continueranno tra le Proiezioni sonore (1956) che dipingono gli echi di Evangelisti, e nelle geometrie per flauto solo che rivelano le Proporzioni (1958) tra verticale e orizzontale, dove il suono scolpisce le sue figure.

Cage apporrà le pause ed il silenzio vibrante del suo Two (1987) per flauto e pianoforte, finchè il Mantram (1987) di Scelsi non dirigerà la ricognizione ipnagogica al suo moto perpetuo: prima un Adieu (1988), teneramete triste e, poi, il lungo cammino di Krishna e Radha (1986) risponderà col luogo finale, la meta, al sorgere del sogno.

Alessandro Stella, artista di primo valore, che fra il Progetto Martha Argerich e le sue incisioni per Warner si diletta in un insolito e straordinario trio di pianoforti (di recente alla IUC lo abbiamo recensito; ha tra l'altro inciso con Warner), ha ricevuto l'Echo Klassik Award ed il Gramophone Editor's Choice, e di cui nel 2015 uscirà un EP intitolato En  rêve – Live in Rome con musiche di Chopin, Liszt, Grieg e Debussy, ha interpretato magnificamente i brani proposti, in un'eccezionale sincronia col flauto di Trovalusci. Lo straordinario flautista Gianni Trovalusci, grande collaboratore di Battistelli, oltre ad un corollario che parte da Virgilio Sieni per giungere a Sabine Meyer, oltre ad essere Maestro di primo livello, è il segretario artistico di Radio Cemat, che offre una programmazione  unica nel panorama della classica contemporanea ed ha registrato e trasmesso in streaming il concerto della serata.