Maggio Musicale Fiorentino. Sardelli e il Farnace ritrovato

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Locandina del Farnace

A Firenze è andata in scena lo scorso 31 maggio in prima rappresentazione assoluta Il Farnace di Antonio Vivaldi, nella versione creata per Ferrara del 1739, ma mai andata in scena, basata sulla edizione critica a cura di Bernardo Ticci (2013). Il maestro Federico Maria Sardelli, flautista, direttore e musicologo, profondo conoscitore e responsabile del catalogo delle opere di Vivaldi, ha magnificamente diretto l'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e gli interpreti.

Il Farnace è la penultima opera composta da Vivaldi, l'ultima è il Feraspe che però non ci è pervenuta come la maggior parte delle composizioni del musicista veneziano. Vivaldi, infatti, morì pochi anni dopo, nel 1741, a Vienna in povertà, i manoscritti delle sue opere andarono dispersi o perduti, di lui si perse memoria fino alla riscoperta avvenuta nello scorso secolo. Il ritrovamento di parte degli autografi della biblioteca privata del musicista, fatta da Alberto Gentili nel 1926 ne diede l'avvio.

Il Farnace è importante come ultima testimonianza di un grande musicista, che compose quasi 100 opere teatrali ma di cui ne sono rimaste solo 20 e non tutte complete. Per  questo ci è parso importante in questa circostanza incontrare, per chiedere direttamente notizie su Il Farnace, andato in scena, il maestro Sardelli, che ci ha detto: "Il Farnace del 1738 è l’ultimo Farnace che Vivaldi ha composto e ricomposto, sappiamo che ne ha composti sette, sono sette versioni diverse. Il primo nel 1927 e quest’ultimo  mai arrivato in scena, per sua sfortuna, per sua disgrazia, è stato, comunque, il settimo stadio della sua ricomposizione. Era il suo cavallo di battaglia. Era l’opera forse da lui prediletta e forse anche dal suo pubblico perché l’ha ogni volta ricambiata e modificata. Quest’ultima versione è giunta a noi incompleta. Purtroppo ha perduto il terzo atto ed io ho deciso di non ricostruirlo, di rappresentarlo in questa forma."

Siamo molto grati al maestro per questa opportuna decisione cosa che abbiamo manifestato al maestro che ha aggiunto:"La ringrazio. Perché sono stufo dei pasticci moderni  e di quelli che ricostruiscono le arie, i recitativi. Oggi abbiamo 5 opere incomplete di Vivaldi che però se uno va in un negozio di dischi, compra il triplo cd  e sente tre dischi con tutti e tre gli atti completi. Miracolo!  E quindi non faccio i nomi, non faccio i titoli".

Il maestro prosegue per chiarire il suo pensiero e precisa :"Io sono contrarissimo a questa pratica perché si divulgano delle patacche, dei falsi. Come la statua senza  naso, senza un braccio, che si rifa posticcio. Quindi Io ho preferito lasciarlo integrale così. Alla fine del secondo atto sentirete, ci siamo permessi io ed il regista, un’integrazione fuori dalla musica. Finito l’atto con il duetto finale amoroso tra Selinda e Aquilio, c’è un piccolo recitativo parlato, quindi registrato e parlato, quello si capisce che è un corpo estraneo. Finito il frammento io finisco con un’aria della versione del 1727 de Il Farnace, Gelido in ogni vena scorrer mi sento il sangue,  perché la ritenevo un'aria bellissima da fare ascoltare e poi lascia l'idea che il dramma, comunque, nella versione in cui lo facciamo rimane incompleto, rimane insoluto e Farnace rimane nel suo rimorso di aver fatto uccidere suo figlio."

Abbiamo quindi chiesto se in questo ultimo rifacimento Vivaldi, come era consuetudine, abbia utilizzato parti delle precedenti versioni o di altre opere. Il maestro ci ha risposto:"Vivaldi come tutti gli operisti del suo tempo pasticciava sé stesso nel senso che era una normale pratica quella di riprendere la finale, in questa versione fatta per Ferrara, tutta nuova, come dice lui in una lettera, sono pochissime, è tutta musica fresca tranne due o tre arie che provengono da altre cose; quindi fece uno sforzo gigantesco il pover'uomo e invece non gli andò bene".

Nel saggio introduttivo il maestro Sardelli ha scritto che Vivaldi  non poté andare a Ferrara, allora territorio pontificio, per mettere in scena due sue opere per il divieto del cardinale Ruffo, che accusava lui, prete, di avere rapporti immorali, mai provati, con la sua cantante prediletta, per motivi artistici, Anna Girò. Per questo nel manoscritto della partitura de Il Farnace il musicista, preoccupato che la sua assenza rovinasse l'esecuzione dell'opera nuova, scrisse tutte le indicazioni esecutive, che normalmente non ci sono in quanto venivano dette nel momento della messa in scena. Tutte queste precauzioni non servirono perché, dopo il fiasco provocato ad arte della prima opera, il Siroe Re di Persia, probabilmente, dal cardinale, l'impresario decise di non mettere Il Farnace in scena.

Da tutto quello che ci ha detto il maestro Sardelli si evince, quindi, che Il Farnace ha una sua coerenza creativa, in quanto la musica è tutta nuova e, per le eccezionali circostanze sopra esposte, ci sono anche le indicazioni dell'autore per la sua esecuzione Il Farnace è quindi una testimonianza di importanza fondamentale dell'ultimo Vivaldi e per tutti questi motivi la decisione del maestro di non completarla è importante e preziosa per far conoscere meglio il genio del grande musicista veneziano.

La musica, che abbiamo ammirato nella magnifica esecuzione del maestro Sardelli, dipinge magistralmente gli affetti dei vari personaggi che sono stati interpretati da un'ottima compagnia di canto affiatata e di livello omogeneo tale da rendere giustizia a questo capolavoro. Aggiungere l'aria de Il Farnace del 1727 è stata una scelta affascinate e coinvolgente, apprezzata e lungamente applaudita dal folto pubblico presente, come lo è stata tutta l'opera e i suoi interpreti durante l'esecuzione e al termine. È un peccato che si sia scelto di rappresentarla al Comunale celebre per la sua acustica infelice; il Teatro della Pergola sarebbe stato lo scrigno prezioso più adatto per questo gioiello del melodramma barocco.  

Pubblicato in: 
GN31 Anno V 11 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

Festival del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze -Teatro Comunale
Venerdì 31 maggio 2013 – ore 20.30

Il Farnace

Antonio Vivaldi

Dramma per musica RV 711-G
Testi di Antonio Maria Lucchini
Musica di Antonio Vivaldi
Edizione critica a cura di Bernardo Ticci (marzo 2013)
BTE Bernardo Ticci Edizioni 2013

Direttore Federico Maria Sardelli

Regia Marco Gandini
Scene Italo Grassi
Costumi Italo Grassi e Simona Morresi
Luci Valerio Tiberi
Video Virginio Levrio

Direttore degli allestimenti Italo Grassi

Farnace Mary-Ellen Nesi
Berenice Delphine Galou
Tamiri Sonia Prina
Selinda Loriana Castellano
Pompeo Emanuele D'Aguanno
Gilade Roberta Mameli
Aquilio Magnus Staveland
Coro Dario Shikhmiri

Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino

Prima rappresentazione assoluta dell’ultima versione di Ferrara (1739)
Nuova produzione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Con sopratitoli a cura di Prescott Studio, Firenze