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Il nuovo cd della Anemos con l'Arditti Quartet approda al secondo volume dei quartetti per archi dedicati alla produzione di Cristòbal Halffter (1930) con un packaging di lusso ed una registrazione dal vivo di valore (senza nessun disturbo) nella All Saint's Church di Londra nel 2010 (pubblicato  nel luglio 2011).

È una lunga storia che parte dal 1974 quella di Irvine Arditti (nato a Londra nel 1953) e la musica contemporanea: molte composizioni sono state scritte appositamente per lui come Dox Orkh di Iannis Xenakis e Le stagioni artificiali di Salvatore Sciarrino. Altrettante prime assolute lo hanno visto protagonista in prima persona e con il suo quartetto che accolse tra 1983-85 un altro grande dell'archetto: Alexander Balanescu. Hanno inciso dischi particolarmente rilevanti per la seconda Scuola di Vienna per Montaigne con autori come Nono, Rihm, Scelsi, sia serie monografiche dedicate a Carter per Et'cetera, Cage su Mode, Ligeti per Sony e molte altre. La formazione attuale comprende, oltre al fondatore Irvine Arditti: Ashot Sarkissjan al violino dal  2005; Ralf Ehlers alla viola dal 2003 e Lucas Fels al violoncello dal 2006.

Compositore spagnolo coniatore della sigla Generazione 51 fomata da un gruppo di musicisti diplomatisi in quell'anno, insieme al gruppo cercò di formulare quella che venne chiamata da lui ed altri come Ramòn Barce la Nueva Música (1958), in una Spagna afflitta dal franchismo e chiusa a qualsiasi innovazione culturale.

I quartetti che andiamo ad ascoltare partono con una composizione del 1970 su commissione dell'Elizabeth Sprague Coolidge Foundation, 2.Streichquartet (Mémoires 1970) così denominata, che utilizza il sistema delle citazioni espressamente dall'op.135 di Beethoven inglobandone tre brevi frammenti in onore dell'allora bicentenario della nascita. Annotiamo che per questo brano vi è inoltre una scrittura per orchestra d'archi del 1974-75.

La prospettiva estremamente timbrica della composizione esplora la dicotomia tra suono e rumore, insieme alla conseguente estetica che ne deriva. Le altre due citazioni dall'op.135 si compongono prima in un Allegretto ed in seguito un Allegro, mantenendo un clima di inquietudine sottesa all'intero quartetto che termina in un mormorio quasi inudibile.

Con bravura y sentimiento composto appositamente per Alfred Schlee (direttore della Universal Edition), la cui première a Vienna si è svolta nel 1991, stesso anno della composizione naturalmente, e presentato dall'Arditti Quartet insieme a tante altre prime di Berio, Kurtàg, Ligeti. Questo brano rappresenta pienamente la musica di Halffter che alterna momenti di riflessione a detonazioni improvvise: una sintesi della sua incisiva qualità che nel seguente Zeitgestalt (la forma del tempo, 1996), si riduce a silenzio, sottolineando la costruzione degli accordi che divengono poi sotterranea costruzione melodica fino a disegnare un labirinto circolare à la Borges.

Lo String Quartet No. 7 “Espacio de silencio” (2007) è dedicato a Elena e Augustìn Perdomo-Spinola, e presenta subito dei pizzicati evidenti e improvvisi: il quartetto è da suddividere in due episodi, pari e dispari. I dispari sono ispirati alle composizioni del poeta Jorge Manrique, Coplas por la muerte de su padre (1477), cui si deve anche il Don Quijote del 2000.

La teoria del tempo circolare rinviene anche qui anche in termini concettuali direttamente dai versi di Manrique, anticipando quel “tempo curvo” cui faceva riferimento Borges: “il non avvenuto come il passato” (trad.mia dall'inglese).

La citazione musicale rinascimentale proveniente dai movimenti pari, compresi gli sforzandi e le repentine mutazioni dinamiche rimandano al finale mi bemolle minore che marchia il quartetto, quanto i due mottetti provenienti dall'Apel - Codex del XVI secolo sulla decapitazione di San Giovanni Battista, e definiscono il quarto movimento riacomparendo nel modo barocco del sesto movimento, e poi riconducendolo alla memoria microtonale del silenzio.