Rachel. L'incanto dell'ambivalenza

Articolo di: 
Livia Bidoli
Rachel

Tratto dal famoso romanzo del 1951 di Daphne du Maurier, ovvero Mia cugina Rachele, già ispiratore dell'omonimo film di Henry Koster del 1952, la Rachel diretta da Roger Michell e con Rachel Weisz protagonista, porta sullo schermo lo stesso mistero che dall'inizio alla fine avvolge l'affascinante vedova protagonista.

Alle soglie dei cinquanta Rachel Weisz sembra incarnare un ideale di dark lady conturbante e veniale, dolce e amazzone allo stesso tempo: una donna emancipata ed amorevole nei segreti recessi delle sue azioni, ambivalente con le sue parole. Un essere controverso che sconvolge per la sua natura irraggiungibile, non identificabile ed etichettabile, probabile riflesso della scrittrice du Maurier.

Michell ha già dato prova di dirigere film propriamente british come lui, nato a Praetoria (Sud Africa) e quindi generato dall'impero britannico e dalla sua epsansione africana: Persuasion del 1995 tratto dall'omonimo romanzo di Jane Austen, e L'amore fatale del 2004 (Enduring Love) dall'omonimo libro di Ian McEwan. Quest'ultimo è controverso almeno, se non di più, di Rachel.

L'atmosfera che si respira nel film è tutta data dalla recitazione e dal ruolo di Rachel Weisz, che condivide il nome della protagonista del libro come del film: una vedova che il cugino Philip – prima di vederla, è bene sottolinearlo – ha creduto avesse ucciso suo cugino Ambrose. E che, piano piano, inspiegabilmente, lo seduce fino al punto di sottrargli tutto per poi generargli tutta una serie di dubbi, simili a quelli che avevano investito Ambrose prima di morire. Anche lui caduto nella “trappola” (?) di questa donna ammaliatrice, prima la ama e poi la odia, in un fitto ricamo di lettere che d'improvviso si rivoltano di tono. Il finale è aperto sul mistero e si rivolge al pubblico per una riflessione sull'incanto dell'ambivalenza, sull'impossibilità della certezza su una creatura tanto sfuggevole come questa donna. 

Perfettamente diretto: un film che ricorda procedimenti antichi, che si sviluppano più sul non detto che sulle rivelazioni sintomatiche: gli affascinanti blu e neri per Rachel nella fotografia di Mike Eley, dipingono quadri le cui ombre vengono esaltate, scomparendo tra le perle lucidissime di una collana che rifulge quanto il bianco del destriero della cugina Rachel, cavalcando verso un bosco fitto di misteri insoluti. Le musiche di Rael Jones rendono il sottotesto fascinoso durante la narrazione filmica. Grandissima interpretazione delle sfumature del personaggio per Rachel Weisz; Sam Claflin è il perfetto giovane poco arguto ed infantilmente impulsivo; Pierfrancesco Favino interpreta il medico ed amico di Rachel, Rainaldi, il cui ruolo ambiguo permane in tutte le sue apparizioni. 

Pubblicato in: 
GN17 Anno X 6 marzo 2018
Scheda
Titolo completo: 

Rachel
Titolo originale My Cousin Rachel
Lingua originale inglese
Paese di produzione Regno Unito, Stati Uniti d'America
Anno 2017
Genere drammatico, sentimentale
Regia Roger Michell
Soggetto dal romanzo di Daphne du Maurier
Sceneggiatura Roger Michell
Produttore Kevin Loader
Casa di produzione Fox Searchlight Pictures, Free Range Films
Distribuzione (Italia) 20th Century Fox
Fotografia Mike Eley
Montaggio Kristina Hetherington
Musiche Rael Jones

Interpreti e personaggi
Rachel Weisz: Rachel Ashley
Sam Claflin: Philip
Iain Glen: Nick Kendall
Holliday Grainger: Louise Kendall
Andrew Knott: Joshua
Poppy Lee Friar: Mary Pascoe
Katherine Pearce: Belinda Pascoe
Tristram Davies: Wellington
Andrew Havill: Parson Pascoe
Vicki Pepperdine: Mrs. Pascoe
Bobby Scott Freeman: John

Uscita al cinema 15 marzo 2018

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