Teatro dell'Opera di Roma. Werther o dell'amore primario

Articolo di: 
Livia Bidoli
Werther

Al Teatro dell'Opera di Roma è tornato Werther, il capolavoro del romanticismo goethiano messo in musica da Jules Massenet: l’allestimento, dell’Oper Frankfurt, con scene e costumi di Wolfgang Gussmann, vede sul podio il Maestro Jesús López-Cobos mentre la regia è firmata da Willy Decker. La prima del 18 gennaio proseguirà le sue recite fino al 29 ed il cast è di prima categoria con Francesco Meli nella parte di Werther, Jean-Luc Ballestra come Albert e Veronica Simeoni in quella di Charlotte.

Il Werther di Jules Massenet vide la sua prima all'Hophofer di Vienna (tradotta in tedesco e non nel francese originale) il 16 febbraio del 1892, ben cinque anni dopo la fine della sua tessitura finale, il ritardo ed il luogo sono dovuti ad un incendio dell'Opéra Comique per la quale era destinata. Per fortuna il 27 dicembre dello stesso anno ebbe finalmente la sua première all'Opera di Ginevra nell'originale libretto di Edouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann (che figurava sotto lo pseudonimo Henri Grémont), e fu proprio quest'ultimo, come editore anche delle opere di Massenet, che gli ispirò il Werther, profittando di un viaggio a Bayreuth, lo condusse fino a Wetzlar, la casa del Werther in Germania dove è ubicato il secondo atto.

La precedente versione all'Opera di Roma del 2007 vide un altrettanto grande direttore sul podio, Alain Lombard con Giuseppe Filianoti nella parte di Werther e Beatrice Uria Monzon in quella di Charlotte, con il più convenmzionale ma affascinante, allestimento basato sui bozzetti originali di Pasquale Grossi. Questa versione invece, nata nel 1996 a cura dell'Oper Frankfurt, situa le scene nell'800, ponendo in qualche modo il Werther in una posizione antiborghese e non solo romantica. Il drame lyrique viene poi diviso come in originale in quattro atti con la regia di Willy Decker ripresa da Jean-Louis Cabané, che fa muovere sul palcoscenico i cantanti ben conferendo quei moti dell'animo che suggelleranno in ultimo la tragedia del suicidio di Werther.

L'allestimento simbolista e minimalista, con il quadro della defunta madre alla quale si riferiscono tutti per insegnamenti morali ed anche per chiedere un perdono oppure un riparo ai propri dubbi generati dalla passione, è onnipresente: il blu accogliente della casa del podestà Le Bailli, che invece canta spesso e volwentieri “Viva Bacchus” - il bravissimo e simpatico Marc Barrard – fa il paio con la voce della figlia Sophie (innamorata non ricambiata di Wertther e sorella di Charlotte) – amorevole e flautata anche nella sofferenza la soprano russa Ekaterina Sadovnikova – che gli “concede” di andare al Grappolo d'oro con gli amici Schmidt e Johann. All'inizio però notiamo propriamente il palco diviso in due ed inondato da due colori primari: il blu che dicevamo prima ed il giallo di Werther.  Il blu è la la casa dell'amata Charlotte mentre il giallo è quello del sole e della natura di Werther, il romantico per eccellenza.

La trama del Werther, tratta dal romanzo di Goethe “I dolori del giovane Werther” (in originale: Die Leiden des jungen Werthers, 1774, è struggente ed è opera simbolo del movimento romantico  nato dallo Sturm und Drang. Werther, ospite della casa di Charlotte, promessa ad Albert, s’innamora immediatamente di lei. Rifiutato, sebbene lei dentro di sé ricambi, aspira al suicidio. Il dramma di Werther ruota intorno ai suoi sentimenti, assoluti, per Charlotte ed il tenore genovese Francesco Meli, suo interprete, riesce a veicolare con  un'intensità rara l'intimità agognata e realizzata solo dagli sguardi che scambia con lei. L’amalgama dei gesti non fa che evidenziare questa relazione tra i due che, sebbene Charlotte neghi, ricambia dal profondo del cuore. La Charlotte di Veronica Simeoni e riccamente forgiata, questo si nota soprattutto nel terzo atto durante la scena delle lettere – il Werther è in realtà un romanzo epistolare – quando canta:”Werther! Qui m'aurait dit /Ces lettres!" e più tardi in "Va! laisse couler mes larmes". La voce di Meli sognante e cullante all'inizio, saputo che non ha chance di realizzare il suo sogno d'amore con Charlotte diviene disperata, si fa prestare le pistole dal promesso sposo Albert – possente nella voce e nella attorialità con l'ombra sullo sfondo alla fine, un Jean-Luc Ballestra vigoroso – e si spara, e questo sarà l'unico modo per lui di ascoltare finalmente dichiarato l'amore di Charlotte che nega quel che anche lei prova. L'aria sofferentemente dolce di Werther: "Pourquoi me réveiller?" è splendida e fa il paio con una scrittura musicale varia ed impervia a volte per le sue diramazioni, con passaggi musicali strepitosi ed altri raffinatamente decorativi, perfettamente diretta da López-Cobos l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma. Ricca di gorgheggi per le voci, la partitura si arricchisce anche del Coro di Voci Bianche del Teatro dell'Opera diretto eccellentemente da José Maria Sciutto.

Pubblicato in: 
GN11 Anno VII 29 gennaio 2015
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
WERTHER
Teatro Costanzi
Musica di Jules Massenet

Drame lyrique in quattro atti
Libretto di Édouard Blau, Paul Milliet
e Georges Hartmann

Direttore Jesús López-Cobos
Regia Willy Decker
ripresa da Jean-Louis Cabané
Scene e costumi Wolfgang Gussmann
Luci Joachim Klein
realizzate da Agostino Angelini

ORCHESTRA DEL TEATRO DELL’OPERA
con la partecipazione del Coro di Voci Bianche del Teatro dell'Opera
diretto da José Maria Sciutto

Allestimento dell'Oper Frankfurt

in lingua originale con sovratitoli in italiano
Prima rappresentazione
domenica 18 gennaio
fino al 29 gennaio 2015

La recita di mercoledì 21 in diretta da RAI Radio 3

Interpreti
 
Werther    Francesco Meli
Albert Jean-Luc Ballestra
Le Bailli Marc Barrard
Schmidt Pietro Picone
Johann Alessandro Spina
Charlotte Veronica Simeoni
Sophie Ekaterina Sadovnikova