Thus Quoth the Raven. Il corvo di Poe in live electronics

Articolo di: 
Livia Bidoli
Gustave Doré

Thus Quoth the Raven, è il live electronics di musica pura con la voce di Anna Elena Masini dal vivo di The Raven: Il corvo di Edgar Allan Poe pubblicato il 29 gennaio 1845 sul New York Evening Mirror. Ai suoni rielaborati dal vivo erano in postazione: Maurizio Duka Moroni, Maurizio Gabrieli e Enrico Cosimi, accompagnati dall’ulteriore riedizione della voce in lettura dell’omonimo poema da uno dei Masters of Terror, Christopher Lee. In una serata unica, quella del 20 dicembre 2010, il Teatro Sala Uno ha riempito di inusitate presenze fantasmatiche la Cripta della Scala Santa dove si trova il palcoscenico del teatro.

Era una mezzanotte desolata mentre meditavo debole e affaticato su bizzarri e oscuri volumi di dimenticata sapienza” (Once upon a midnight dreary, while I pondered, weak and weary, Over many a quaint and curious volume of forgotten lore, vs. 1-2, trad. mia), così inizia a raccontare il narratore di Il corvo di Poe, poema di tal sconcertante e macabra bellezza sonica e letteraria, da aver dato adito a studi di varia specie: sulle assonanze, sulle rime, la sintassi, l’incredibilmente vario percorso di questa poesia che è alla base di La filosofia della composizione (The Philosophy of Composition, 1846) e di quell’unità d’effetto elaborati dallo stesso autore, Edgar Allan Poe (Boston, 1809 - Baltimora, 1849).

La riproduzione del frinire del corvo ed i suoni onomatopeici generati dalla voce sottile e alta di Anna Elena Masini, convergono su un tappeto sonoro che si muove tra echi che rimembrano l’ambient più astratto e sussurri ipnotici minimalisti: non si tratta di una sonorizzazione, piuttosto di una musica ispirata direttamente dalle atmosfere in cui volteggia il pennuto d’ebano di Poe. La stanza dove si erge il busto di una Pallade Atena che cerca di guidare il narratore altrove, lontano dalle sue malinconie per la perduta fiancée Leonora, - nome di cotanta pregnanza letteraria da rivaleggiare colla precedente Lenore di Gottfried Augustus Bürger (1773-1794) e la sua danse macabre, riprodotta coi disegni di William Blake nella versione inglese del 1787 – è appena infiammata da spruzzi di acqua e colate di vento, infrangendosi contro i tendaggi plumbei. La Lenore di Bürger ascoltata a Torino in settembre con Quirino Principe alla voce recitante su musica di Franz Liszt (qui la versione illustrata su musica di Carl Friedrich Abel) per MITO Settembre Musica, ritorna alla mente con lo stridore stesso di quella cavalcata verso gli inferi mentre qui l’uccello del malaugurio, irto sul busto della dea della Sapienza, senza saperlo, invece di sollevare dalla malinconica stasi l’innamorato colpito dalla sciagura della perdita della sua amata, proferisce invero un sintagma che ha il sapore della sconfitta: “Nevermore”. Ascoltiamo la disciolta tensione del narratore che lo identifica con un profeta di sventura:

“Profeta!” dissi, “creatura del demonio – ancora profeta, sia tu demonio od uccello!
Da quel cielo che si sporge sopra di noi – da quel Dio che adoriamo noi –
Rivela a quest’anima dal dolore affranta se, nel lontano Eden
abbraccierà la santa fanciulla battezzata dagli angeli Leonora
la rara e raggiante fanciulla che gli angeli chiamano Leonora.”
                                   Proferì il corvo, “Mai più.” (Trad. mia.)

"Prophet!" said I, "thing of evil! — prophet still, if bird or devil!
By that Heaven that bends above us — by that God we both adore —
Tell this soul with sorrow laden if, within the distant Aidenn,
It shall clasp a sainted maiden whom the angels name Lenore —
Clasp a rare and radiant maiden whom the angels name Lenore."
                                                 Quoth the raven, "Nevermore."    

Le iIllustrazioni di Gustav Doré che accompagnano la versione del Corvo edita da Sampson Low in inglese nel 1883, riconducono il lettore in quelle atmosfere sia sonore sia di parole che l’edizione SE (la mia del 2004) riproduce per noi in Italia a cura di Mario Praz, dove si possono trovare anche i commenti e la poesia di MallarméLe tombeau d’Edgar  Poe” in sua memoria, e la mirabile e breve critica di George Bernard Shaw alla poesia di Poe(insieme ad altre di senso opposto di Aldous Huxley, Allen Tate e dello stesso Praz che peraltro amò e scrisse tanto di Poe): “Poe costantemente e inevitabilmente produsse magia dove i più grandi dei suoi contemporanei producevano solo bellezza. Il Corvo, Le campane e Annabel Lee affascinano alla millesima rilettura quanto alla prima.”

Pubblicato in: 
GN32 Anno III 22 dicembre 2010
Scheda
Titolo completo: 

Thus Quoth the Raven
Dramma musicale per voce e live electronics

Anna Elena Masini: voce
Enrico Cosimi, Maurizio Gabrieli, Maurizio Duka Moroni: live Electronics

20 dicembre 2010

Teatro Sala Uno
Roma - P.zza di Porta S. Giovanni, 10

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