Bologna 2015. Ingrid Bergman - In Her Own Words

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Ingrid Bergman - In Her Own Words

Questa ventinovesima edizione del Festival “Il Cinema Ritrovato”, oltre a presentare un ampio programma già descritto nelle sue linee tematiche principali, ha ricordato alcuni anniversari di grande significato sia per la storia mondiale che per la storia della Settima Arte. Per quanto riguarda la prima, è doveroso citare i cento anni dal terribile genocidio armeno, celebrati con una sezione del festival interamente dedicata ai film che si sono confrontati con questa insanabile ferita, realizzati proprio in Armenia tra muto e sonoro.

Un centenario, inoltre, ci separa quest'anno dalla nascita di figure di grande rilievo per la storia del cinema, quali Orson Welles e Ingrid Bergman, entrambi ricordati con ampie retrospettive e lezioni di cinema, oltre che con numerose proiezioni in Piazza Maggiore, che proseguiranno per tutta l'estate. Se il poliedrico e geniale regista americano è stato raccontato attraverso il documentario Magician: the astonishing life and work of Orson Welles di Chuck Workman, la vita della bellissima attrice svedese è stata ricostruita dal film di Stig Björkman, Ingrid Bergman – In Her Own Words (in lingua originale Jag är Ingrid), presentato dallo stesso regista e da Isabella Rossellini nel pomeriggio della sesta giornata del festival prima della sua proiezione presso il Cinema Arlecchino.
Si tratta di un documentario che, come anticipa il titolo internazionale, ricompone i molteplici tasselli della vita di Ingrid Bergman mediante la diretta testimonianza dell'attrice, che ha parlato di sé, del proprio lavoro e della propria famiglia in innumerevoli diari e lettere, ma anche attraverso una grande quantità di fotografie e di filmini realizzati in prima persona, con cui amava conservare piccoli e importanti momenti vissuti.
È stato dunque un lavoro oneroso, quello di Stig Björkman, che è riuscito ad armonizzare questa nutrita documentazione scritta e per immagini: il progetto, iniziato alcuni anni fa, è stato raccontato al pubblico del festival da Isabella Rossellini e dal regista svedese, intervistati da Gian Luca Farinelli, direttore della Fondazione Cineteca di Bologna, prima della proiezione del film.

Farinelli: «Come mai hai pensato a lui per questo fardello?» [Rivolto a Isabella Rossellini]

Rossellini: «Ci siamo incontrati al Festival di Berlino dove io ero presidente della giuria e Stig aveva presentato il suo film su Bergman [Fanny, Alexander & Jag, 2011]. Lui è svedese, mia madre è svedese e ho capito che Stig capiva gli artisti, capiva come gli artisti pensano alla passione e a quello che è dentro la loro vita. Quindi ho detto a Stig: “Tra tre – quattro anni è il centenario di mia madre...”: mia madre è del 1915 e quest'anno avrebbe compiuto cento anni. Quando mia mamma è morta nell'82 aveva lasciato un grande archivio, aveva tenuto tanto materiale: tutti i copioni che aveva fatto, foto, lettere.. Mamma faceva anche tante foto e tanti filmini, non solo di noi bambini ma anche dei set dove aveva lavorato. Quindi sapevo che c'era nell'archivio un materiale bellissimo. Alcune cose avevo visionato e alcune cose no, quindi ho detto a Stig “Credo che ci sia del materiale mai visto prima, che credo sia molto interessante” e Stig poi è partito, è andato alla Western University in Connecticut dove c'è tutto il materiale di mamma, che è stato l'inizio di questo progetto.»

Björkman: «Mi ricordo.. Perché era la prima volta che ci siamo visti a Berlino e tu [riferito a Isabella Rossellini] così improvvisamente mi hai detto “Facciamo un film su mamma?[“Shall we make a film about mama?”]»

Farinelli: «Stig forse ci puoi raccontare come hai affrontato questa massa enorme di materiale sempre con questo tuo stile, perché tu lavori molto sugli archivi e ne fai uscire una verità. Questo è un progetto creativo estremamente complesso e questo percorso che tu stai facendo sulla storia del cinema è estremamente prezioso. Hai quasi trovato un modo nuovo per usare gli archivi e per raccontare le grandi personalità del cinema.»

Björkman: «Grazie. Certo era un progetto abbastanza difficile perché c'era così tanto materiale (tutti questi filmini): sette-otto ore con il materiale che ho ricevuto da Pia Lindström, la figlia più grande di Ingrid Bergman, soltanto sei mesi fa. È ricchissimo questo materiale!»

Farinelli: «Stig, io guardo da un mese questa foto che abbiamo scelto per il poster del Festival “Il Cinema Ritrovato”: all'inizio, al primo sguardo, è una foto di produzione molto patinata, poi al secondo sguardo mi pare che mi sorrida, poi al terzo sguardo vedo che forse sta pensando a qualcosa... C'è una capacità nei volti degli attori di cogliere infinite sfumature: tu come sei riuscito a far uscire la personalità di Ingrid Bergman?»

Björkman: «Ho provato.. Il primo montaggio, finito a febbraio, era una storia dalla A alla Z, dalla nascita fino alla morte, ma era un po' noioso perché ho avuto un narratore svedese, altrimenti non si sarebbero capiti i vari passaggi... Ma era un po' troppo tradizionale, allora abbiamo rifatto tutto e cominciamo adesso con Ingrid all'età di 14 anni, ed è un montaggio un po' più associativo, non c'è un narratore ma una narratrice, Alicia Vikander, che è adesso la nostra nuova Ingrid Bergman, la nostra nuova star internazionale svedese ed è la voce di tua madre [riferito a Isabella Rossellini].»

Farinelli: «Isabella, tu hai visto la prima volta il film a Cannes, oggi lo rivedi una seconda volta: c'è qualcosa anche per te di sorprendente, qualcosa che hai scoperto nella personalità di tua madre?»

Rossellini: «A parte mia mamma, la cosa che mi ha sorpreso del film di Stig, oltre ad essere il ritratto di mia mamma – che ha avuto quattro figli: oltre a me, ci sono due sorelle e un fratello e Stig ci ha intervistato – nel film c'è anche la storia della famiglia, cioè come quattro figli possono reagire in maniera diversa a un genitore che ha un successo così enorme, ma che è anche così dedicato alla propria carriera. Questo non me l'aspettavo... Ho visto la prima volta il film a Cannes – è stata la prima assoluta – e questo mi ha molto sorpreso e mi ha anche molto consolato, perché, io stessa sono mamma e, signore mamme, non c'è una maniera giusta di essere mamme.»

Farinelli: «Bene, io ringrazio molto Stig e Isabella per queste due giornate, per questi tre incontri, per questo incanto che ci hai portato. […]»

Della bravissima, oltre che bellissima, Ingrid Bergman, al termine della proiezione, risulta dunque un ritratto composito e carico di emozioni, poiché frutto delle parole e dei sentimenti della stessa in qualità di donna, attrice, moglie e madre di quattro figli, ma anche di impressioni e ricordi di questi ultimi, insieme a quelli di diversi colleghi, produttori e amici: Ingrid ha sicuramente personificato nella propria vita la difficoltà per chi lavora nel mondo dello spettacolo di armonizzare sfera pubblica e privata, ma soprattutto una grande forza di volontà femminile e professionale.

Pubblicato in: 
GN35 Anno VII 23 luglio 2015
Scheda
Titolo completo: 

Proiezione del film
Io sono Ingrid (Jag är Ingrid/Ingrid Bergman – In Her Own Words), di Stig Björkman (2015).

Presentazione del film con Stig Björkman e Isabella Rossellini, che hanno dialogato con Gian Luca Farinelli

Giovedì 2 luglio 2015, Cinema Arlecchino
In occasione della XXIX° Edizione del Festival del Cinema Ritrovato
(27 giugno – 4 luglio 2015)
Cineteca di Bologna

Scheda film
Io sono Ingrid (Jag är Ingrid/Ingrid Bergman – In Her Own Words)
REGIA: Stig Björkman

Proiettato in anteprima mondiale il 19 maggio 2015 al Cannes Film Festival

SCENEGGIATURA: Stig Björkman, Dominika Daubenbüchel, Stina Gardell
CON: Jeanine Basinger, Pia Lindström, Fiorella Mariani, Isabella Rossellini, Isotta Rossellini, Roberto Rossellini, Liv Ullmann, Alicia Vikander, Sigourney Weaver
FOTOGRAFIA: Roland Totheroh, Ira H. Morgan
MUSICHE: Eva Dahlgren, Michael Nyman
MONTAGGIO: Dominika Daubenbüchel
PRODUZIONE: Chimney, Mantaray Film
GENERE: Documentario
PAESE: Svezia 2014
DURATA: 114 Min.
FORMATO: B/N – Colore