Innsbrucker Festwochen. Il lato notturno di Boccherini

Articolo di: 
Livia Bidoli
Accademia Ottoboni

Le Innsbrucker Festwochen der Alten Musik che si sono appena concluse la settimana scorsa nella cittadina tirolese dopo più di un mese di programmazione, dal 17 luglio al 27 agosto, hanno offerto un panorama vario di appuntameti dedicati alla musica antica. In questo caso, l'11 agosto scorso, l'italiana Accademia Ottoboni, ha scelto un programma tutto omaggiante Luigi Boccherini, con una scelta dei più celebri quintetti e dell'ancor più famoso Fandango.

La carriera di Luigi Boccherini, nato a Lucca nel 1743 e morto a Madrid nel 1805, è sempre e continuamente stata imperversata da una certa sfortuna: lui, maestro e reale inventore del quintetto per archi, visse tutta la sua vita nel periodo più classicista dedicato al quartetto, conmposizione di eccellenza in quel periodo.

Proveniente da uan famiglia di musicisti, il padre, Giovanni Gastone, scrisse sia per Haydn sia per Salieri (la celebre La secchia rapita, ad esempio), si dedicò prima alla studio del violoncello ed in seguito alla composizione. Viaggiò molto, prima seguendo il padre a Vienna da adolescente, poi Parigi dove il suo talento, scoperto dall'ambasciatore di Spagna, lo raccomandò e lo fece trasferire a Madrid presso la reggia di Carlo III e poi dal Principe delle Asturie, Carlo IV, un Borbone. Il suo capolavoro, insieme ai quintetti e notevole anche i suoi quartetti, sono le sinfonie.

L'Accademia Ottoboni, romana, che ha preso un Diapason d'Or per la sua registrazione dedicata a Boccherini nel 2015 per Alpha, ha scelto un programma favoloso e di sicuro apprezzamento all'ascolto. A cominciare dal Divertimeno in la maggiore G. 463 per flauto, due violini, viola e due violoncelli del 1775, in cui l'unica "strambezza" è venuta dal suono del violoncello di Rebecca Ferri.

Il celebre Quintetto in mi minore G. 451 per chitarra, due violini, viola e violoncello, dove Marco Ceccato dirigeva i quattro movimenti, tra cui un delizioso minuetto con moto e Trio, è stato perfetto con notazione di merito per il chitarrista Francesco Romano; pure il seguente Quintetto in sol minore G. 426 per flauto, due violini, viola e violoncello in due movimenti, è stato raffinatamente suonato per un pubblico scelto che è stato accolto nel giardino del Castello Ambras e poi nella riccamente decorata di specchi, quadri e décor Sala Spagnola del castello medievale fatto ricostruire nel 1565 da Ferdinando II.

Il Fandango, ovvero il Quintetto G. 448 in re maggiore per chitarra, due violini, viola e violoncello del 1799, si compone di quattro movimenti con il trascinante Fandango finale, dove abbiamo ascoltato anche le nacchere di Rebecca Ferri.

L'ultimo brano è stato ancora un Quintetto  in do maggiore G. 324, sottolitolata La musica notturna nelle strade di Madrid, da cui proviene il titolo del concerto La Musica notturna, e che si compone di ben sette movimenti con titoli particolari ognuno perchè ispirati proprio dall'esperienza della promenade nelle strade della capitale spagnola così ricca di balli e di fermento gitano.

Grandissimo successo di pubblico a sala piena che ha lungamente richiamato un bis dal più applaudito Fandango.

Pubblicato in: 
GN38 Anno X 28 agosto 2018
Scheda
Titolo completo: 

Innsbruck - Austria

Innsbrucker Festwochen der alten Musik
La musica notturna
Schloss Ambras, Spanischer Saal
11 agosto 2018 

Accademia Ottoboni

Manuel Granatiero Flauto
Francesco Romano Chitarra
Helena Zemanova Violino
Ayako Matsunaga Violino
Teresa Ceccato Viola
Marco Ceccato Violoncello
Rebeca Ferri Violoncello

Luigi Boccherini

Divertimeno in la maggiore G. 463 per flauto, due violini, viola e due violoncelli

Quintetto in mi minore G. 451 per chitarra, due violini, viola e violoncello

Quintetto in sol minore G. 426 per flauto, due violini, viola e violoncello

Quintetto G. 448 Fandango in re maggiore per chitarra, due violini, viola e violoncello

Quintetto  in do maggiore G. 324, La musica notturna nelle strade di Madrid, per4 due violini, viola e due violoncelli