Teatro Petruzzelli di Bari. L'alba abbacinante del Crepuscolo di Wagner

Articolo di: 
Giuseppina Rossi
Götterdämmerung al Teatro Petruzzelli di Bari

Wotan, dio e signore del Walhalla - ormai in rovina - è a testa in giù, annientato dal fuoco appiccato da Brünnhilde prima di morire; siamo alla fine, sta per calare il sipario del Teatro Petruzzelli di Bari (dal 21 al 25 ottobre 2011) sulla Götterdämmerung  (Il Crepuscolo degli dèi) – ultimo atto dell'Anello del Nibelungo (Der Ring des Nibelungen), la monumentale tetralogia di Richard Wagner.

Tutto sembra perduto - vinti gli eroi, gli uomini, gli dèi -, ma dal fondo della scena si irradia un’alba abbacinante, vediamo delle figure in controluce camminare verso di noi, lente, informi, ancora incerte. A sostenerne il timido incedere c’è invece, possente, la musica, lo splendido tema della Erlösung, della Redenzione, vibrante fino allo spasimo di speranza, affamata di domani, di futuro e che guarda lontano. Nessuno in sala ha alcun dubbio che quelle figure che ci vengono incontro sono uomini e donne - siamo noi -, il presente chiamato a costruirsi il proprio futuro, senza dèi e senza eroi.

È questo il messaggio che ci consegna la Götterdämmerung del Petruzzelli, la tesi che sposa, senza indugi, l’intera produzione, la regia di Walter Pagliaro come la direzione di Stefan Anton Reck, alla guida dell’Orchestra della Fondazione Petruzzelli, compagine letteralmente “trasfigurata” da questo ottimo direttore d’orchestra tedesco con il vizio contagioso dell’entusiasmo.

Sul finale della tetralogia wagneriana si è scritto molto, sia a sostegno dell'epilogo pessimista, maturato dopo la scoperta sconvolgente da parte del compositore de Il mondo come volontà e rappresentazione (Die Welt als Wille und Vorstellung, 1844) di Arthur Schopenhauer, sia a favore della lettura feuerbachiana, improntata all'iniziale ottimismo rivoluzionario del 1848.

Del resto, quando Richard Wagner la sera del 21 novembre 1874, dopo ventisei anni di lavoro, con l'ultimo accordo di re bemolle maggiore termina la Götterdämmerung, sembra proprio lasciare aperto il finale del Ring, sospeso tra apocalissi e apocatastasi, tra nichilismo e catastrofe redentrice.

Il Crepuscolo messo in scena al Petruzzelli pare tutto proteso, si direbbe quasi sbilanciato, verso l’ultimo atto, verso il finale catartico. Lo è il cast vocale, soprattutto nelle parti principali, in parte per esigenze drammaturgiche – come nel caso della voce sempre bella e potente della Brünnhilde di Nina Warren, che si esalta nel lungo monologo di addio – in parte per strategia di sopravvivenza alle oltre cinque ore di musica, come nel caso dello spento Siegfried di Ian Storey che solo in punto di morte, nel ricordare gli occhi di Brunilde aperti in eterno (“Ach! Dieses Auge, ewig nun offen”), ricorda anch’egli finalmente l’ottimo Tristano che avevamo ammirato nel 2009 alla Scala.

Anche l’orchestra, perfettamente a suo agio nella luce piena del già citato tema finale della Redenzione, o nella polifonia meravigliosa dell’alba sul Reno nel secondo atto, lo è meno quando la musica ci accompagna, come la luce fioca e malsicura di una lanterna, nelle tenebre della mente spaventosa di Hagen, il convincente basso islandese Bjarni Thor Kristinsson –, come nel monologo del primo atto “Hier sitz’ich zur wacht”, o nel  dialogo da incubo con l’ombra del padre Alberich, all’inizio del secondo atto.

La regia di Walter Pagliaro  corre il rischio di apparire a volte un po’ troppo didascalica – il telo blu agitato in scena alla comparsa delle Ondine, le figlie del Reno, o il cavallo finto quando Brunilde dona Grane a Siegfried in pegno d’amore, il grosso cinghiale penzoloni durante la fatale scena di caccia –, pur di non far smarrire lo spettatore in un labirinto di metafore e simboli e condurlo fino alla scena conclusiva finalmente vuota e inondata di luce. Importante e ben riuscito il lavoro di Luigi Saccomandi (light designer) nell’assecondare l’uso violento, inquisitorio delle luci che vanno a scavare e sottolineare senza pietà ogni inganno, debolezza, menzogna.

Buona la prova del coro della Fondazione Petruzzelli e di gran parte del cast; in particolare citiamo la Gutrune - vestita di viola contro ogni vecchio tabù - di Maria Grazia Pani, le Ondine di Valentina Farcas, Sarah Allegretta e Esther Minutillo, la Waltraute di Jessie Raven e il Gunther di Thomes Gazheli.

Grande successo di pubblico e vero trionfo non tanto, o non solo, per i protagonisti in scena ma soprattutto per l'intera produzione, in particolare per il direttore, Stefan Anton Reck - accolto, appena riemerso dal “golfo mistico”, da un vero e proprio boato di entusiasmo -  vero trascinatore dell'impresa che – ricordiamolo ancora – ha portato per la prima volta a Bari l'intero Ring wagneriano nel bellissimo Teatro Petruzzelli, a vent’anni dal devastante incendio del 27 ottobre 1991. Una Götterdämmerung quasi “autobiografica”, quindi, se dopo il rogo e la distruzione c'è la speranza e la volontà di rinascere.

Pubblicato in: 
GN1 Anno IV 7 novembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

GötterdämmerungIl Crepuscolo degli dei
Teatro Petruzzelli di Bari

Giornata terza della sagra scenica Der Ring des Nibelungen
In un prologo e tre atti
Poema e musica di Richard Wagner

Direttore            Stefan Anton Reck
Regia                Walter Pagliaro
Scene e costumi        Luigi Perego   
Light designer        Luigi Saccomandi
Coreografie            Daniela Schiavone
Maestro del Coro        Franco Sebastiani
Assistente alla regia     Valentina Escobar 
assistente scenografo     Luca Filaci

Siegfried          Ian Storey
Gunther            Thomas Gazheli
Alberich           Johmi Steinberg
Hagen              Bjarni Thor Kristinsson
Brünnhilde        Nina Warren
Gutrune            Maria Grazia Pani
Waltraute          Jessie Raven
Prima Norna      Deborah Humble
Seconda Norna  Jessie Raven
Terza Norna       Marta Calcaterra
Woglinde           Valentina Farcas
Wellgunde         Sarah Allegretta
Flosshilde          Esther Minutillo

ORCHESTRA E CORO DELLA FONDAZIONE PERTUZZELLI

In lingua originale con sopratitoli in italiano

Prima rappresentazione
Venerdì 21 ottobre 2011, alle 18.00
Repliche
domenica 23 ottobre alle 16.00; martedì 25 ottobre alle 18.00