cinema

  • Quel che sapeva Maisie
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il film di Scott McGehee e David Siegel dal titolo Quel che sapeva Maisie, è tratto da un famoso romanzo di Henry James che travalica la frontiera del tempo, - pubblicato inizialmente a puntate su rivista e successivamente in volume nel 1897 – di circa un secolo o poco più, per approdare a questa riscrittura filmica, decisamente molto teatrale e circostanziata attorno allo sguardo di questa bambina che assiste involontariamente al frantumarsi della relazione fra i due suoi genitori.

  • Maleficent
    Articolo di: 
    Elena Romanello

    Le fiabe, antenate del genere fantasy che da loro ha preso atmosfere e personaggi, stanno vivendo un momento di grande interesse e fortuna nell’immaginario di film, telefilm e fumetti, e dopo le due versioni di Biancaneve, gli Hansel e Gretel guerrieri e la Cappuccetto rosso pro lupi, è il momento della rilettura di una fiaba come La bella addormentata, che divide forse con Cenerentola quella di essere stata considerata per secoli simbolo archetipo della sottomissione femminile.

  • Solo gli amanti sopravvivono
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    In un décor che sembra preso dritto dritto da “Luxe, calme et volupté”, il refrain di Invitation au voyage di Baudelaire – e non a caso, diremo poi – i vampiri di Jarmush ci guardano oltre i secoli in un interno a metà tra orientale e d'antan – un fine '800 trasandato diremmo noi -, quasi a sussurrare la frase del titolo: Solo gli amanti sopravvivono (Only lovers left alive), presentato al 66° Festival di Cannes, un tocco indipendente da un regista che aveva vinto il Grand Prix Speciale della Giuria nel 2005 con Broken Flowers e Bill Murray nella parte principale.

  • Grace
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Perfetta nella sua parte elegante ed algida di Grace Kelly, Nicole Kidman si muove come sul palcoscenico che fu suo e di Hitch, il regista che le diede immediato successo ed i tre film più importanti per i quali è soprattutto ricordata – a parte Mezzogiorno di fuoco di Zinneman con Gary Cooper,- oltre al caro amico Cary Grant. Olivier Dahan si confronta con l'altro mito principesco del Novecento: Grace di Monaco, la Principessa di uno degli stati più piccoli d'Europa e direttamente incatenato alla sua parte francese, nonostante sia dal 1297 uno stato indipendente.

  • Godzilla.jpg
    Articolo di: 
    Alessandro Menchi

    Quando al cinema esce l'ennesimo remake di un successo commerciale spesso ci si chiede: ce n'era davvero bisogno? Nel caso della versione firmata da Gareth Edwards di Godzilla la risposta è senz'altro. Nelle sale dal 15 maggio, questa ennesima versione cinematografica del più celebre kaijū (“mostro misterioso”) giapponese sorprende per come riesce a coniugare ontologicamente un afflato del tutto personale (non autoriale, ma quasi) di un cineasta all'interno di un'impalcatura genuinamente blockbuster

  • Ritual
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Con l'assenso di Alejandro Jodorowsky ad usare la psicomagia come base e sviluppo del film, e la partecipazione di lui stesso con un cameo, i due giovani esordienti alla regia Giulia Brazzale e Luca Immesi, hanno dato vita a questo racconto attuale sito nel territorio veneto più profondamente legato a riti ancestrali, che la zia di Lia, Agata, metterà in atto durante il film, proprio come il titolo recita: Ritual.

  • The English Teacher
    Articolo di: 
    Alessandro Menchi

    Le commedie fanno bene al cinema. Soprattutto quando tastano il terreno delle relazioni umane portando alla luce le piccole crepe che si nascondono dietro la normalità. E soprattutto quando riescono a farlo evitando di scivolare nella volgarità gratuita. Giovedì 8 maggio esce nelle sale italiane un buon esempio di questa tipologia di film, The English Teacher, diretto dal regista americano Craig Zisk. Protagonista un'ottima Julianne Moore, brillante nel ruolo di una professoressa di liceo colta e zitella, coadiuvata da un cast vivace composto da habitué del genere come Greg Kinnear e Nathan Lane e da giovani new entry come Michael Angarano e Lily Collins

  • Grand Budapest Hotel
    Articolo di: 
    Eleonora Sforzi

    L'ultimo film di Wes Anderson, contraddistinto da un cast che conta alcuni fra i nomi più celebri nel panorama cinematografico odierno (per citarne alcuni Ralph Fiennes, Edward Norton, Adrien Brody, Jude Law, Owen Wilson e Harvey Keitel), si presenta fin dai primi minuti come una commedia divertente e brillante, in cui gli avvenimenti si susseguono l'uno all'altro con un ritmo serrato, mentre accidenti e imprevisti variano senza interruzione l'avvicendarsi degli eventi.

  • Alabama Monroe
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Per trovare qualche novità bisogna quasi sempre guardare al Nord Europa, ed il Belgio in questo caso è piuttosto a Nord, non proprio confinante con la Danimarca di Von Trier, ma di certo con la Germania che ha premiato Alabama Monroe con il Premio del Pubblico Panorama alla Berlinale 2013, e di sicuro linguisticamente vicino – anche se il regista Felix Van Groeningen, di Gand, è fiammingo – alla Francia che lo ha premiato con un César come Miglior Film Straniero di quest'anno.

  • Locke
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il nuovo film di Steven Knight prende il nome dal suo protagonista, Ivan Locke, perché in realtà poi si tratta dell'unico personaggio che vedremo in scena, in una pazza corsa da Birmingham a Londra sulla via della “cosa giusta” di sapore e stile americano. Niente American Dream, anche perché in Inghilterra mai ha attecchito, ma nella sceneggiatura dello stesso regista sì, ed è in tutti i suoi dialoghi, a costruirli come sostanza delle azioni di Tom Hardy alias Ivan Locke.