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cinema
- Articolo di:Antonella D’Ambrosio
Lindon, il grande attore Vincent Lindon interpreta un padre lavoratore alle prese con due figli dal carattere opposto; non possiamo dire che è più bravo del solito: è sempre bravissimo e molto amato dai cinefili. Per quet’opera, titolo originale Jouer avec le feu – riprende un detto che è identico in italiano, Giocare col fuoco –, si è aggiudicato la Coppa Volpi a Venezia 81, cioè il premio per la miglior interpretazione maschile. Ogni film con lui è già una garanzia: questo film, Noi e loro, diretto da Delphine Coulin e Muriel Coulin sarà particolarmente gradito a genitori con problematiche simili in quanto sviscera in maniera non banale argomenti di un certo rilievo nell’ambito del rapporto genitori – figli e anche dei figli tra di loro.
- Articolo di:Antonella D’Ambrosio
La magia di Nexo Studios intelligentemente caccia fuori dal cappello un capolavoro che chi non ha ancora visto desidera vedere e chi lo ricorda vorrà senz’altro rivedere al cinema. Satoshi Kon, amato regista, sceneggiatore, character designer e fumettista tra i più influenti della sua generazione, nato il 12 ottobre del 1963 e, purtroppo, prematuramente scomparso il 24 agosto del 2010 a Tokyo, ha creato uno dei titoli più acclamati dell’animazione giapponese; il suo Paprika – Sognando un sogno torna sul grande schermo per la prima volta restaurato in 4K, grazie all’evento speciale di soli tre giorni, dal 17 al 19 febbraio 2025.
- Articolo di:Stefano Coccia
«La tradizione è la custodia del fuoco, non l’adorazione della cenere», piccola perla di saggezza rubata per l'occasione a Gustav Mahler, grande compositore e direttore d'orchestra austriaco (Kaliště, 7 luglio 1860 – Vienna, 18 maggio 1911). La citazione è quanto mai appropriata, se si pensa al ruolo che hanno, in Lux Santa di Matteo Russo, sia la tradizione che il fuoco stesso. Una Tradizione, insomma, che arde ancora, in quel di Crotone.
- Articolo di:Antonella D’Ambrosio
Il seme del fico sacro, una co-produzione iraniano-franco-tedesca realizzata senza il benestare del governo iraniano, vincitore del Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes e candidato agli Oscar 2025 come Miglior Film internazionale in rappresentanza della Germania col titolo in inglese The Seed of the Sacred Fig, è, già dal titolo, una straordinaria metafora della situazione politica in Iran, ma contemporaneamente lo è del Potere come malattia del mondo. Il geniale Mohammad Rasoulof, dopo Il male non esiste, continua ad indagare la mancanza di libertà con la sopraffazione del potere politico sul popolo e l’assenza di democrazia che crea una catena infinita di danni nei confronti dell’umanità: quale argomento più attuale in questo mondo martoriato dalle guerre?
- Articolo di:Davide Tartaglia
Dico spesso (soprattutto a me stesso) che Bob Dylan mi ha salvato la vita. È un’iperbole abusata nei confronti degli artisti, retorica e anche un po’ naïf con la quale si cerca di ostentare un’affinità elettiva che in qualche modo ci qualifichi o che dica al posto nostro qualcosa che non si riesce a dire. Forse è un po’ così anche nel mio caso, ma quello che è certo è che la musica di Dylan è stata compagna imprescindibile in un momento complicato della mia vita. In quell’occasione posso dire di averlo veramente “incontrato”.
- Articolo di:Stefano Coccia
Riavvolgiamo rapidamente il nastro. Di Ciao bambino avevamo sentito parlare una prima volta in occasione dell'ultima Festa del Cinema di Roma, allorché la giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Francesca Comencini ivi affiancata dalla produttrice, compositrice e scrittrice Kaili Peng e dall'attore Antoine Reinartz, pescando fra i titoli delle sezioni Concorso Progressive Cinema, Freestyle e Grand Public aveva stabilito per il Premio Miglior Opera Prima un ex aequo tra il film cinese Bound in heaven firmato da Huo Xin (sezione Progressive Cinema) e, per l'appunto, Ciao bambino di Edgardo Pistone (sezione Freestyle).
- Articolo di:Livia Bidoli
Al cinema soltanto per tre giorni, ossia il 20, 21, 22 gennaio 2025, The Opera! Arie per un'eclissi, il film a firma Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, si presenta come un melting pot sul mito di Orfeo ed Euridice, rivistata in chiave postmoderna e postplandemica.
- Articolo di:Stefano Coccia
In questi lunghi, interminabili mesi che hanno visto la brutale rappresaglia israeliana a Gaza mietere migliaia di vite, soprattutto tra i civili, rendendo peraltro quei territori un cumulo di macerie dove la sopravvivenza diventa per il popolo palestinese ogni giorno più difficile, il Cinema è stato chiamato più volte a un difficile ruolo di testimonianza e di civiltà. Anche perché il silenzio delle istituzioni e dei media occidentali è stato per molti altri aspetti assordante.
- Articolo di:Teo Orlando
L'abbaglio di Roberto Andò, presentato nel 2024, si propone come un'opera cinematografica che coniuga storia e finzione per indagare i paradossi e le contraddizioni dell'identità italiana. Ambientato nel 1860, durante la spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, il film offre un affresco che mescola dramma, comicità e riflessione storica, grazie a una narrazione in bilico tra epica e ironia.
- Articolo di:Teo Orlando
Dopo aver rivoluzionato il cinema con opere come Forrest Gump e Ritorno al futuro, Robert Zemeckis torna a esplorare il tempo e la memoria con Here, un film ispirato alla graphic novel di Richard McGuire. Con un cast guidato da Tom Hanks e Robin Wright, il film si pone come una riflessione poetica sulla vita e sulle connessioni che definiscono l'esperienza umana. L'idea, semplice e geniale, che sta alla sua base è la seguente: nel racconto, il tempo scorre in modo lineare, mentre è lo spazio a modificarsi. O meglio: potremmo dire che è tutto lineare, sia il tempo sia lo spazio, ma è l’autore che li parcellizza e li ricompone a suo piacimento o per suo diletto.