teatro

  • Manfred Honeck a Santa Cecilia
    Articolo di: 
    Daniela Puggioni

    Una sala gremita ha lungamente acclamato Manfred Honeck, che ha diretto un programma tutto mozartiano comprendente la celeberrima Sinfonia n.40 e la Grande Messa in do minore K 427; ai complessi ceciliani, Orchestra e Coro, si sono aggiunti i solisti: Rosa Feola, Lea Desandre, Mauro Peter e Patrizio La Placa. L’articolo si riferisce al concerto di sabato 25 febbraio scorso.

  • Jethro Tull
    Articolo di: 
    Teo Orlando

    Chiunque abbia mai ascoltato un singolo brano dei Jethro Tull sa che cosa aspettarsi dalla storica band progressive, che esordì nel 1968, al Marquee Club di Londra: una miscela esplosiva e inconfondibile di rock, folk, jazz, musica classica ed elettronica, in un amalgama così originale da non aver avuto, in pratica, nessun serio tentativo di imitazione. Il gruppo, guidato dal settantacinquenne e vigorosissimo Ian Anderson, si è esibito il 12 febbraio 2023 all’Auditorium Parco della Musica "Ennio Morricone", dove, oltre ai grandi classici, ha portato sul palco della Sala Santa Cecilia alcuni brani tratti dall’ultimo disco in studio, pubblicato all'inizio del 2022, dal titolo The Zealot Gene (un album, arrivato alla nona posizione della classifica inglese, che sintetizza, secondo l'autore, anni di riflessioni su temi e concetti biblici, da lui però visti come frutto di una narrazione fiabesca, se bisogna attenersi alle critiche del Libro sacro che già aveva abbozzato, in modo apparentemente sacrilego e "illuminista", nei testi dei primi album). Quello che è certo, è che a vederlo sul palco, Anderson sembra aver stretto un patto con il diavolo, assumendo il gene dell'immortalità della musica progressive.

  • Bernhard
    Articolo di: 
    Teo Orlando

    Straordinario dittico dedicato a Thomas Bernhard, al Teatro Argentina di Roma, dal 17 al 29 gennaio 2023: Andrea Baracco ha diretto Glauco Mauri e Roberto Sturno in un progetto intitolato Interno Bernhard e che riuniva due pièces tra le più significative del grande drammaturgo austriaco, ossia Il riformatore del mondo (Der Weltverbesserer) e Minetti. Ritratto di un artista da vecchio (Minetti. Ein Porträt des Künstlers als alter Mann).

  • Calibano
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Una sontuosa rivista nasce all'interno della Fondazione Teatro dell'Opera di Roma, si chiama Calibano e rimanda immediatamente alla Tempesta di Shakespeare, pubblicata nel 1611, agli albori del colonialismo e della nuova America anglosassone. Dedicata ogni semestre ad un tema diverso, seguendo la programmazione lirica del Costanzi, il numero Zero apre con Aida - in scena al Costanzi dal 31 gennaio prossimo - e la blackface, scritta in caratteri minuscoli, che appare primo tema dominante. Pubblicata dalla casa editrice fiorentina effequ, raffinata ed indipendente, diretta da  Francesco Quatraro e Silvia Costantino, il magazine dell'Opera è inteso come: "mezzo di diffusione della lirica all'interno della sua comunità, uno spazio di democrazia", nelle parole del Sovrintendente Francesco Giambrone.

  • L'Elisir d'amore
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il Teatro Dell’Opera di Roma saluta con grandi applausi il 2023 entrante con L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti dall'11 al 15 gennaio: un’interpretazione classica e divertente di Ruggero Cappuccio con le scene di Nicola Rubertelli e le luci strabilianti e fluo di Vinicio Cheli per cercare di far riscoprire al pubblico il compositore in questione. La direzione musicale è del Maestro Francesco Lanzillotta.

  • Don Chisciotte
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Al Teatro dell'Opera di Roma torna Don Chisciotte, il balletto di Marius Petipa su musiche di Ludwig Minkus nella versione di Laurent Hilaire, che ha ricostruito quella di Mikhail Baryshnikov creata per l'American Ballet Theatre, non senza creazioni originali a firma del direttore dello Bayerisches Staatsnballet, appunto Hilaire. Due cast internazionali che si daranno il cambio e balleranno anche con le étoiles nostrane, hanno attirato il pubblico dalla prima del 18 dicembre fino alla fine dell'anno, con l'ultima recita delle 18 il 31 dicembre 2022.

  • 1984 New European Ensemble
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il Roma Europa Festival ha presentato una rilettura musicale e teatrale del capolavoro distopico di George Orwell, ovvero 1984, lo scorso 9 novembre al Parco della Musica Ennio Morricone nel Teatro Studio Gianni Borgna in Prima nazionale. A dirigere l'ensemble dei Paesi Bassi, il New European Ensemble, il compositore estone Mihkel Kerem, autore delle musiche dello spettacolo, che ricostruisce la narrazione orwelliana riportandola al nostro presente con l'apporto vocale e narrativo di Marco Quaglia, che l'ha ritradotta e narrata dal vivo. La regia è a cura di Emlyn Stam, che è anche violista dell'ensemble orchestrale. Inserti da video di Edward Snowden compendiano lo spettacolo.

  • Quartetto di Cremona. crediti Federico Priori
    Articolo di: 
    Daniela Puggioni

    Il Quartetto di Cremona ha magnificamente concluso il ciclo dedicato a Franz Schubert (1797- 1828) con l’esecuzione del Quartetto in re minore D 810 “La Morte e la Fanciulla” e del Quintetto in do maggiore op. post. 163 D 956, ultima opera composta prima della morte del trentunenne compositore, a quest’ultimo brano ha partecipato il valente violoncellista Eckart Runge. Il concerto si è tenuto lo scorso 19 novembre nell'Aula Magna dell'Istituzione Universitaria dei Concerti.

  • Pagliacci
    Articolo di: 
    Roberto Begnini

    Canio trovò Nedda, un giorno, vagando a caso per le strade di un paese sconosciuto. Avvertì che la donna stava morendo di fame e disperazione, sicché, compiendo il suo dramma personale – o sedotto dalla sua ineffabile bellezza (non abbiamo gli elementi per saperlo) –, la nutrì, la inserì nella sua compagnia di clown e, solo dopo aver fatto passare del tempo, ne fece sua moglie. Nedda era giovane e bella, nella sua anima bramava la ricerca di un grande amore. Canio era vecchio e amava bere, nella sua anima stanca non c'era spazio per la speranza. Forse è stata la costante preoccupazione di Ruggero Leoncavallo – nell'affrontare il processo di gestazione dei Pagliacci, la sua breve e geniale opera – a far capire in modo permanente che l'artista è fondamentalmente un uomo. A Montevideo, in Uruguay, quest'edizione straordinaria con la regia di Florencia Sanguinetti e sul podio Martín García.

  • Giselle
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    In omaggio a Carla Fracci, la Giselle tradizionale, fascinosa e fantastica è riapprodata al Teatro Costanzi dal 21 al 27 ottobre con tre cast tra cui quello internazionale che abbiamo visto la sera del 27 ottobre scorso, con Natalia Osipova e Jacopo Tissi. Carla Fracci, che ha condotto il Corpo di Ballo del Teatro della Capitale dal 2000 al 2010, fece il suo debutto nel 1964 proprio con Giselle accanto a Henning Kronstam: celebri sono le sue performance in coppia con Rudolph Nureyev nel 1966 ne La Sylphide, passando per quella del 1972 di nuovo in Giselle con Vladimir Vassiliev, ne citiamo tre per tutte le innumerevoli altre. Carla Fracci definì Giselle "Il balletto romantico per eccellenza, con la sua malinconia per l'effimero" eppur delicato e ipnotico balletto.